Collana Duilio Papi

Duilio Papi è nato a Milano nel 1967, secondo figlio di una famiglia dalle condizioni economiche modeste, ma che non gli ha mai fatto mancare nulla per condurre un’esistenza dignitosa. Il quartiere in cui vive l’autore, Corvetto, ha svolto un ruolo importante nella formazione del carattere dell’autore. Come tutti i quartieri di periferia, anche Corvetto era, a quell’epoca, teatro di una forte criminalità spesso associata al traffico di droga. Questa dura realtà, Papi l’ha respirata fin da piccolo vivendola poi a scuola o nei punti di riferimento del quartiere. Per lui, fragile di aspetto e timido di carattere, crescere in questo contesto non è stato facile e ne ha plasmato alcuni aspetti della personalità.

Fortunatamente la scuola gli ha permesso di guadagnare in auto-stima. Avendo terminato la secondaria con un buon voto, l’autore, che all’epoca era molto più incline alle materie scientifiche piuttosto che alle materie letterarie, si iscrive al liceo scientifico.

La sua educazione si è svolta nel mondo stimolante ma anche effimero degli anni ’80. L’adolescenza è stata vulcanica, piena di sfide e delusioni, ed è stato anche il momento in cui l’autore ha composto i suoi primi versi. Come spesso accade, è un amore che scuote l’interno di sé, e lo trasforma in poesia. Questo sarà il primo di molti amori non corrisposti.

L’oratorio, i viaggi in montagna, le amicizie vere e durature e il desiderio di scoprire le diverse forme di comunicazione che lo circondavano lo hanno reso aperto alle diverse possibili letture della realtà. Le ideologie che hanno diviso il XX secolo non trovarono terreno fertile nella sua esistenza.

L’autore non ha voluto far parte di questo dualismo suicida sperando sempre di trovare una terza via.

Nonostante una frequentazione assidua della parrocchia dove ha maturato una profonda fede cristiana, il nostro non cessa di avere contatti con persone di ambienti sociali e ideologici diversi.

C’è un dialogo da tessere e da interpretare, un lavoro da fare in un quartiere difficile. Gli anni passano. Papi si diploma nel 1986, recuperando un anno perduto all’inizio del liceo. Alla fine della scuola, tuttavia, non ha maturato un indirizzo finalizzante l’immediato futuro. L’università costa denaro, il diploma ottenuto non fornisce specializzazioni spendibili immediatamente in un contesto lavorativo.

Le decisioni saranno rinviate, in quanto prima è necessario adempiere al servizio militare. Quella della naia* sarà un’esperienza difficile, ma anche molto formativa, dove il diverso è ovunque e dove l’autore lo ascolta per imparare e capire.

Nella brughiera del Friuli, l’autore scopre i diversi approcci culturali del suo paese, si fa degli amici, ma prende anche decisamente le distanze da certi costumi corrotti caratteristici del substrato statale che lo circonda. Poco prima della sua partenza, aveva partecipato a un processo di selezione di una grande azienda italiana che cercava personale giovane da investire nel proprio centro meccanografico. Duilio Papi aveva superato la selezione ma non essendo esente dal servizio militare non se ne fece nulla.

*servizio militare

Al suo ritorno dalla naia, si iscrive a una scuola di programmazione, ottiene una borsa di studio ed entra nel mondo del lavoro come programmatore. In questo mondo, che non era così frammentato in segmenti specializzati all’epoca, Papi si è trovato a imparare un mestiere ma anche a poter declinare gli stimoli e le letture possibili dell’esistenza secondo una chiave scientifica e binaria.

Qualche tempo dopo,  Papi  ha trovato un lavoro in una compagnia di assicurazioni e questo accadimento gli  ha permesso di stabilizzare la sua vita attraverso un gettito economico sufficiente per accedere al consumo e per  viaggiare in luoghi da cui altrimenti sarebbe stato escluso.

Durante i suoi trent’anni di carriera l’autore ha ricoperto diversi ruoli correlati all’Information Tecnology e, ancora oggi, questo contesto lavorativo è quello dal quale l’autore ricava le proprie risorse economiche.

Dal 1992 al 2018, l’autore ha viaggiato molto: vacanze studio, vacanze organizzate con gli amici, tour in bicicletta e altri viaggi organizzati. I suoi paesaggi culturali e umani hanno continuato ad arricchirsi.

Non avendo sviluppato relazioni affettive, si è spesso dato corpo e anima al volontariato. Era un periodo di grandi letture e sfide personali. Papi è stato educatore di un gruppo di adolescenti della parrocchia, ha fatto parte di un centro di ascolto Caritas per tredici anni, nel decanato di residenza, dove ha cercato di rispondere ai bisogni materiali ed esistenziali di molti e ha collaborato ad alcune iniziative di altre associazioni. 

Nel frattempo, sullo sfondo, la poesia acquistava sempre più importanza, come se ritmasse questo flusso di cose e di persone senza ancora farlo emergere in forma comunicativa. Non era un diluvio di versi o di parole, ma la catarsi necessaria per essere altro rispetto al quotidiano, per confidarsi con sé stesso, nella solitudine che nel frattempo cresceva.

Papi è un eclettico, un curioso. Dal 2002 partecipa a corsi di cinema e fotografia. Qui nasce il suo incontro con l’immagine che accompagna così spesso la sua poesia. Nel 2008, dopo aver avuto la gioia di essere pubblicato in alcune raccolte antologiche a seguito di partecipazioni a concorsi letterari, l’autore realizza la sua prima raccolta poetica intitolata “Transiti”. Sono fette di esistenza, pensieri e suggerimenti punteggiati da parole secche.

L’ermetismo, più istintivo che studiato, si distingue in questa prima opera. Ritroviamo lo stesso stile, anche se messo al servizio di una narrazione a scopo critico verso l’universo sociale, nella sua seconda silloge intitolata “Eppure si ama”. Dopo questa raccolta poetica seguirà un periodo di intenso lavoro, ma anche la scoperta di un’altra forma di comunicazione: il teatro. Grazie al teatro, Papi rivisita la propria identità, comprende un altro uso della parola in senso cortese e acquisisce la sensibilità di chi si mette nella pelle di un altro personaggio. Il teatro è sempre un gioco collettivo. Durante questo viaggio, gli entusiasmi e le cadute lasciano meraviglie e frammenti.

A seguito di un altro amore non corrisposto, Papi pubblica una nuova raccolta poetica intitolata “Forse la notte”, in cui il ritmo del verso si unisce alla necessità dell’immaginazione, in cui si introduce il concetto del viaggio umano, notturno in questo caso, tra sentimenti e suggestioni, tra le luci della città e le illusioni oniriche di un continuo transito di cose e persone.

Siamo nel 2014: il vaso era rotto. La poesia diventa un bisogno, uno stile di vita, una compagna di viaggio.

Seguiranno altre nuove opere e molti esperimenti. Vale la pena menzionare la raccolta poetica “Quotidiano spalmato” tradotta in inglese e una breve raccolta su “Stars Wars”.

In totale, Papi ha prodotto otto libri, quattro calendari, tre raccolte liriche brevi e le sue poesie sono presenti in diverse antologie di premi letterari.

Da qualche anno si dedica anche alla drammaturgia e scrive testi per attività di promozione del teatro per un’associazione, Youmani, di cui è volontario.

Tuttavia, la poesia rimane la sua principale fonte di comunicazione con il resto del mondo.

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