Correnti marine

Descrizione

Ho scritto questa silloge con la speranza di suscitare la curiosità del lettore attraverso una possibile lettura della società in cui viviamo in forma poetica.

È noto, addirittura scontato che tanti illustri sociologi e filosofi dei nostri tempi si siano interrogati circa la specificità di questa nostra epoca, così mutabile nel suo dipanarsi tra consuetudini e nuovi scenari sociali e politici. L’hanno definita infine “Società Liquida”, per rimarcarne da un lato una sua effettiva densità, e dall’altro, la sua natura instabile. Questa immagine mi pare sia effettivamente il riflesso dell’esistenza di ciascuno di noi, come fosse un background in sottofondo alle nostre giornate, che contribuisce a farle percepire come una precaria consuetudine di attimi rivolta ad un futuro piuttosto opaco, quasi assente, a cui si contrappone un presente pieno di timori. Sono le viscere e le invettive le vere muse delle nostre coscienze apparenti, ma in quel travaglio di acque e di anime, mi è parso di udire quasi una cadenza di pensieri disciolti, un susseguirsi di vicende e di emozioni, di situazioni che ci appartengono e che condizionano tutti i nostri percorsi interiori.

Ma come fare a leggerli, raccontarli?

Io credo che la poesia permetta questo racconto poiché attraverso la sua veridicità intrinseca, può davvero leggere in profondità gli accadimenti interiori di questo nostro tempo sociologico.

Questa affermazione, mi pare offra una nuova missione a quest’arte ritenuta ormai così effimera e di nicchia.

Traducendo in versi la contemporaneità attraverso la mia silloge,  non spero semplicemente di produrre un canto ardito nelle parole, finalizzato a far percepire in modo originale le mie emozioni per affidarle all’infinito, ma ambisco soprattutto a produrre un racconto emotivo testimoniale, dove la mia vicenda personale, accostata alla riva e all’onde di quel mare sociologico, viene ad intersecarsi con le vicende di tutti,  ovvero quelle impresse nel nostro quotidiano sociale, spudoratamente sfuggente, astratto, e continuamente in movimento.

C’è una punta di new age che galleggia sopra questo mare, il concetto intrinseco del Metaverso e probabilmente anche il tramonto di un tempo storico, quello dei lumi, ormai esaurito e pronto a lasciare il posto ad un’altra rivoluzione dall’esito incerto. Nel testo quindi si esamina prima il presente sociale, con i suoi riflessi rivolti al passato e al futuro, e solo dopo, come se fosse una conseguenza ineludibile, la mia personale esistenza liquida.

Mi rendo conto che usare la poesia in questi termini sia a tutti gli effetti un esperimento, qualcosa di inedito e dal riscontro incerto.

D’altronde questo è il compito del poeta che dell’osare deve fare un suo abito di scena, e io, in quest’opera, provo a recitare a soggetto.

Auguro a tutti una buona lettura.