KOAN

16,00

AUTORE: Marino Målima Peiretti
TITOLO: KOAN – Venticinque racconti quasi zen
COLLANA: Pegaso
GENERE: RACCONTI
PAGINE: 178
ANNO: ©2024 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281566699
PREZZO: 16,00
DISPONIBILE FORMATO KINDLE AL Link:
KOAN: Venticinque racconti quasi Zen (PEGASO Vol. 13) Amazon.it: Kindle Store

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Descrizione

I racconti in questo libro sono ispirati dal concetto di Koan, che considero un aspetto curioso quanto geniale nella filosofia Zen. Si tratta di brevi storie che in un primo momento appaiono assurde e che invece, in profondità, custodiscono un significato nascosto. Lo scopo vero del Koan è quello di spingere la Mente verso una sorta di “corto circuito”, attivando in questo modo una comprensione intuitiva e istantanea. Il più conosciuto e famoso è: “Se un albero cade nella foresta, ma nessuno passa da lì, fa rumore?”

Ecco che sforzandoci di trovare la risposta, si crea un click in una frazione di secondo che ci permette di guardare gli eventi come fossimo un semplice testimone neutrale. La parte razionale va in una sorta di “tilt”, come si suol dire e perde il comando, lasciando spazio a una comprensione immediata e intuitiva. In altri termini, direi che è come accendere una lampadina senza dover premere l’interruttore.

Inoltre, possiamo aggiungere che, in quel preciso istante, i nostri emisferi cerebrali entrano in una particolare fase di comunicazione. Viene definita sincronizzazione, ossia cantano all’unisono ed è proprio questo il fattore più importante in assoluto, poiché favorisce la centratura del nostro Essere.

A differenza dei Koan veri e propri, questo libro tratta di racconti più complessi e articolati che comunque sono volti a condurre a una comprensione analoga. Riguardano principalmente il dialogo interiore che avviene costantemente in noi e che, fedele come un’ombra, ci accompagna in ogni singolo attimo di quell’esperienza che definiamo Vita.

Tu, nel ruolo di lettore, interpreterai comunque una “parte” attiva. Scoprirai i differenti livelli di significato in completa autonomia e ne aggiungerai di personali, arricchendo i racconti di contenuti in base al tuo vissuto e al tuo livello di consapevolezza. In questo modo potrai accendere quella lampadina e aumentarne la portata a tuo piacimento. Questo è un dato di fatto e accadrebbe comunque, tuttavia vorrei rivelarti un segreto, un piccolo dono, che è poi una chiave di lettura, una sorta di codice d’accesso al gioco e che ti fornirà indicazioni come fosse una mappa del territorio.

I racconti sono composti da strati sovrapposti. Ogni strato indica o suggerisce un “significato modulante”, che può diventare altro, fino ad allontanarsi dall’apparenza originale. È una zona libera, e dipende dal tuo “significante”.

Le storie e tutti i loro dettagli hanno un taglio, un’inquadratura, un punto di visuale, questo è certo, ma tu puoi ricavare un interessante vantaggio, che è quello di poter osservare da angolature differenti e da diversi punti, come se potessi fotografare un’intera prospettiva anziché una porzione di realtà.

Osserva chi o cosa rappresentano i personaggi e quali parti di te rivelano. Qui sorge la domanda: “Quale parallelismo si cela tra ciò che vediamo accadere nella loro realtà e quanto accade in noi? Quale distanza o connessione ne deriva?” Durante la lettura, prova a immedesimarti, a calarti in uno o nell’altro, e ascolta con attenzione la parte di te che viene coinvolta, quella che entra in risonanza. In quale ti riconosci? Quale messaggio ha per te e in quale viaggio interiore ti conduce il racconto? Ti spinge forse a scoprire un lato nascosto della tua personalità? E se sì, quale?

Formulare le domande giuste a mio parere è molto importante, se si riesce a farle corrispondere alle risposte che abbiamo costantemente sotto gli occhi ecco che ne nasce un canale di collegamento che ci conduce dritti alla comprensione. Quindi possiamo considerare questo tipo di approccio come un esercizio di lettura del nostro Essere.

Poni attenzione agli argomenti trattati e come a possono apparire in altri racconti, magari sotto una diversa forma. Cogline il significato, il più profondo per te. Attua le tue connessioni.

È utile immaginarla come una partita a dama cinese con noi stessi, in cui non si “mangiano” i pezzi altrui, ma si vince arrivando per primi al lato opposto con tutti i propri, saltando quelli dell’avversario. È sempre utile individuare i percorsi più adatti allo scopo del gioco, ma devono essere prima creati in noi, nella nostra Mente. E questo è il punto: arrivare al limite estremo, il più lontano di e da noi, per poi tornare a noi stessi, nel nostro centro. Se dovessi fornire un’altra immagine, ti direi che è come se ci trovassimo a camminare un passo a lato del nostro “io”, fianco a fianco. Conservando intatte tutte le nostre caratteristiche peculiari: la propria Natura e il proprio Essere. Il nostro passo e il nostro respiro, che infine ci condurranno verso la completezza e la comprensione del Sé. Ecco, questo è il significato di Koan e quello dei miei racconti, è il traguardo da raggiungere per poi scoprire che era già presente in noi.

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