Luci e ombre

15,00

AUTORE: Maria Concetta Borgese
TITOLO: Luci e ombre
COLLANA: Calliope poesia
GENERE: Poesia
PAGINE: 180
ANNO: ©2023 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281566613
PREZZO: 15,00
DISPONIBILE FORMATO KINDLE AL LINK: https://amzn.eu/d/aoPvBc7

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Descrizione

Le poesie di Maria Concetta Borgese arrivano dritte al cuore, come un fulmine che termina la sua corsa nell’anima di chi legge. Luci e ombre, il titolo della silloge, rende a pieno l’idea degli interrogativi che, scorrendo le pagine, suscita in chi ha la fortuna di immergersi.

Non sono versi banali ma hanno quel gusto mediterraneo che ben si addice alla personalità dell’autrice. I colori, i suoni, le immagini che riesce a trasmettere, del resto, sono parte integrante della terra nella quale è nata e cresciuta, l’amata Sicilia. Come se fosse all’interno di un Dna non genetico ma, diciamo così, autorale. Lo dimostra a pieno l’amore per il mare a cui ha dedicato parte dei suoi componimenti.

Particolarmente indovinata la decisione di suddividere l’opera in quattro parti (Bolle di sapone, Sassi bagnati, Anima nuda, Nirvana), ognuna delle quali risulta avere una sua particolare intensità, dando l’idea di una poetessa completa e capace di mostrare la maturità raggiunta. Anima nuda è una delle poesie in cui la Borgese mostra se stessa: Nuda la mia essenza, scrive. Nuda la mia anima solitaria. Nudo il mio cuore palpitante. Nuda per un amore vero, rispetto al quale si depongono le armi, ma non i dubbi sul suo evolversi. L’incognito resta l’orizzonte al quale la poetessa guarda, direbbe Croce, con animo perturbato e commosso. Ma mai indomito, perché alla fine la ragion pura riesce comunque a prevalere.

Ed è così che, leggendo le poesie che compongono la silloge, si intuisce immediatamente il percorso proposto dalla Borgese. Si alternano soffi di zefiro a mareggiate personali, crepuscoli pieni di nostalgia a luci che si spengono. Ma sono solo, per l’autrice, le premesse per una nuova rinascita. Nei suoi versi c’è una particolare forma di pessimismo che non si limita alla sua affermazione ma che è la base per la ripartenza. Non è un caso che nella poesia Nirvana, la Borgese sogna mondi diversi, decisamente migliori. Mondi che, liberi da falsità e ipocrisie, riescono a lenire le ferite dell’anima. Pochi attimi, oltre la nebbia, ricordando uno dei più affascinanti testi di Gianna Nannini.

Ma è il rapporto con il mare quello che colpisce particolarmente. Non tanto per sua genesi, la Borgese, da siciliana doc, ne è a stretto contatto, ma per l’uso che ne fa. Il mare come elemento che, nel solco dell’infinito leopardiano, riesce a contenere e poi svelare i mille aspetti della nostra esistenza. Ed è così che il lettore, chiunque esso sia, può ritrovare se stesso, la sua malinconia, il suo male di vivere, i ricordi mai cancellati, il suono del maestrale che, a ben vedere, è il rumore dei nostri interrogativi più spinosi. Il mare come elemento per riflettere, per trarre un bilancio della propria vita, per abbandonarsi e poi, come è nello spirito delle poesie della Borgese, rinascere.

Quattro raccolte in una sola silloge, la scommessa dell’autrice sembra dunque vinta. Come sembra raggiunto l’obiettivo prefissato: offrire al lettore diversi punti di vista per scrutare se stesso fino in fondo. Con un’avvertenza, quella di avventurarsi nel percorso proposto dalla Borgese senza veli, senza alcun filtro. Perché solo così sarà possibile farsi raggiungere dai versi, da componimenti che, di certo, non creano indifferenza. Sono odi struggenti, piene di domande e di amare considerazioni, ma sono anche un inno alla vita e alla bellezza di sapere che, oltre l’oscurità, c’è sempre la possibilità di avere una seconda chance. Di riprendersi in mano la propria esistenza e di dire a se stessi: se non ora, quando?

Massimiliano Niccoli

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