Oltre le nebbie. Inaudita altera voce

15,50

AUTORE: Antonello Di Carlo
TITOLO: Oltre le nebbie – Inaudita altera voce
COLLANA: Calliope
GENERE: Poesia
PAGINE: 210
ANNO: ©2023 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281566071
PREZZO: 15,50
DISPONIBILE FORMATO KINDLE AL LINK: https://amzn.eu/d/0S5hQ0d

Descrizione

Antonello Di Carlo in questa silloge ci propone una riflessione molto articolata e capace di suscitare meraviglia attraverso le immagini che descrivono in modo davvero multiforme il ricco stato d’animo dell’autore. Guardando alla composizione e alla lunghezza delle liriche in essa contenute, si può assolutamente affermare che si tratta di una narrativa poetica che sfrutta il racconto per seminarci resoconti esistenziali e poi per introdurci alla cruda visitazione del presente.

Ci troviamo in presenza di liriche da leggere e rileggere più volte, in quanto vi sono sovrapposti differenti registri narrativi che io definirei “strati poetici”, con l’accezione di interpretare con tale immagine non una necessaria volontà dell’autore di proporre graduatorie di valori tra uno e l’altro, bensì di dichiararne con naturalezza una coesistenza simbiotica ineludibile.

Nella poetica del Di Carlo le varie componenti umane s’intarsiano e comunicano tra loro formando un insieme complesso e godibile che va assaporato lentamente. Si va dall’amaro retrogusto di un’esistenza stracolma di aspetti lirici e comunque capace di meraviglia e stupore, alla varietà di strappi aspri che attraversano la stessa e sono patrimonio dell’umanità nel suo insieme. Questa sintesi l’autore la raggiunge semplicemente mostrando nudamente il proprio sentimento per la vita. Potremmo a ragione veduta definire il Di Carlo un poeta tendenzialmente romantico dove però trovano spazio non solo colorate note sentimentali, e qui ci rifaremmo all’aspetto del movimento letterario che si inspira al termine “romantic” di estrapolazione inglese, che si tradurrebbe in romanzato, ma anche, mescolata sapientemente tra le rime delle liriche, ovvero a quella necessità di equilibrio di forme e di valori, a volte travestita da nostalgia che par trovare un riferimento pacificante solo in quel mondo classico, citato anche esplicitamente e così amato dal nostro. Questa ricerca di equilibrio a tratti si trasforma in ode spirituale e desiderio di trascendenza verso un Dio supremo, ultimo e inarrivabile.

Tornando più puntualmente ai tanti temi trattati nella silloge possiamo assolutamente dichiarare che il richiamo continuo e nostalgico all’amore perduto e all’infanzia lontana sono gli argomenti che riemergono con maggiore continuità nell’opera di Antonello Di Carlo. Infatti il richiamo alle immagini del passato è frequentissimo, rapido, largheggiante, e si alterna alla descrizione dolciastra di un mondo ancora “meraviglia” ma comunque metafora di una sapienza più antica attinta dalla mitologia greca che, come si diceva, cerca un equilibrio di forme per trovare una ragione di bellezza e di spirito.

Non c’è disperazione in questi canti nostalgici affetti dalla malattia della perdita, ma la necessità di trovarne una ragione. In fondo la nostalgia declamata dal poeta aleggia sopra la meraviglia dell’attimo vissuto, lo lucida fino a farlo risplendere e lo consegna al lettore affinché vi si specchi e vi si possa riflettere senza eccessiva drammaticità. Ci sono poi note di interesse nell’esaminare la struttura lirica che il Di Carlo utilizza nel proiettarsi nei suoi canti che declina attraverso una narrazione poetica e sfruttando in modo continuativo la dolcezza della rima. In molte liriche il verso è asciutto, eroico, incalzante, quasi una filastrocca dal sapore amaro che però passa nella memoria del lettore leggera e senza ferire.

In questo groviglio di sensazioni e di termini precisi e ricercati, l’emozione ha il sopravvento e dentro essa ecco apparire il giudizio cauto sulle vicende, un ulteriore necessario passaggio che s’interseca con il ritmo del verso creando quella sospensione di ritmo, diventa quasi un pausa di riflessione che permette di convogliare quanto detto precedentemente in una sintesi esistenziale. Ed è quello, a mio parere, il valore aggiunto finale di questa opera del Di Carlo. In questo sospiro ultimo, si va “oltre le nebbie”, si riprende la strada, si guarda al domani. In questa silloge è presente anche un realismo che invoca il cielo come saggezza e come mistero ma che non si spiaggia sul mare vorticoso e variegato del passato, al contrario, cerca un futuro per darvi una ragione, per costruirvi una nuova stagione e per “autorizzarsi” una rinascita.

Rosalba Gallà

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