Restami

Descrizione

“Entrando in chiesa, folgorato dalle melodie di un vecchio organo, iniziai a unire le parole all’anima.
Un viaggio lungo quanto l’angoscia e i ritmi dei miei versi. Versi semplici a volte disperati, nudi, tremanti di solitudine ma che cercano la speranza, la gioia di vivere, che lottano contro il potere, la prevaricazione, la carne morta di un sistema disumano.
Sono nato nel sessantuno in una casa popolare di Foggia.
Non è stata un’infanzia felice anche se non mi è mancato nulla per esserlo. Semplicemente non capivo perché ogni tardo pomeriggio piangevo, non capivo… Poi capii, era la mia compagna, colei che m’avrebbe portato per mano fino a oggi: l’ansia.
Vidi felice la poesia, la poesia d’amore, il rapporto che c’è tra l’angoscia e il sentimento che non esiste ma che pure mi ascolta da lontano e mi abbraccia senza sosta.”

Così si esprime l’autore di “Restami”, Emilio Sansone, per quanto riguarda la sua vita e l’amore verso la poesia. E si evince da ogni suo verso quanto la scrittura poetica sia diventata parte integrante della sua stessa esperienza umana, diventata un’ancora a cui rimanere aggrappato durante i marosi dell’esistenza.

I suoi sono versi accorati, che sussurrano (mai gridano) l’urgenza di trovare se stesso attraverso la funzione catartica della scrittura, attraverso l’intimo mondo che Emilio sa creare con le parole:

“C’è una sensazione unica
per questi versi
che mi porta via
via dal mondo
via da te.
Il sole è ancora lì
intorno alle tue guance rosse,
anche nostra figlia è ancora lì
e dorme nella casa profonda.
Tutto è come allora
ma in una notte come questa
ho perso i tuoi occhi
e li cerco lontano, nel frutteto
li cerco nei campi di grano…”

Così, il lettore si troverà dentro una bolla di sensazioni calde e rassicuranti dove il dolore è più che presente ma relegato ai margini da uno scudo di emozioni dolci, pulite, semplici e dove la fede accarezza come un vento leggero le nostre ferite.

La sofferenza, seppur sentita e vissuta appieno, non riesce a lacerare l’anima fino in fondo, blandita  dai ricordi che assumono un ruolo purificatore, chiarificatore: nulla di ciò che avevamo andrà perduto e nulla riuscirà a cancellare l’amore, che diventa il centro della vita:

“Il freddo mi attende
ma ricordare,
tornare a quel tempo
non mi fa male
perché in un nastro registrato
vivono le nostre ore,
i nostri minuti,
la tua voce,
tutta la parte di te
che mi entra nella notte.”