Versi e segreti all’ombra di un viburno

Descrizione

Le poesie di Mariella Di Camillo, “Versi e segreti all’ombra di un viburno”, sono un soffio di vento tiepido sulle ferite dell’anima: la accarezzano provocando una lieve sofferenza proprio come un balsamo che cura ma, nello stesso istante in cui lo si spalma, brucia.

Il suo particolare versificare è un insieme di sentieri di difficile percorrenza, disseminati di tristezza, rimpianti, lacrime, rabbia, che culminano in vere e proprie buche di dolore, apparse all’improvviso, e che, di colpo, si appianano rendendo più agevole il cammino stesso:

“Non voglio essere triste, me lo impongo

cerco un’immagine tenue che mi dia conforto.

Giugno, una rosa tardiva è sbocciata,

il vento le ha regalato un intenso profumo…”

Ferisce la profondità con cui l’autrice affronta il tema del dolore, portato alla superficie in maniera repentina, presentato come fosse un miraggio, per poi sparire di nuovo nascosto da un’oasi di versi assolutivi, tesi a lenire la pena, ma non per questo meno amari:

“Nel deserto del cuore tolgo quello che è rimasto

delle tue rovine e strappo il cuore per non piangere,

così si sono mescolati i nostri giorni

così sono affogate le nostre barche.”

Ecco che, in questo ipnotico gioco di chiaro-scuri, l’autrice ci accompagna negli anfratti dell’anima, dove risiedono i nostri “mali”, in primis il “male di vivere” di Montaliana estrazione, quella sottile ma struggente malinconia che ha la capacità di condizionare, a volte, la nostra stessa esistenza.

La coscienza del disagio esistenziale, che travaglia l’uomo contemporaneo, è presente in gran parte nella poesia e nella narrativa del ‘900. Infatti, poeti come Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, sono solo alcuni esempi, ciascuno alla propria maniera e in base al proprio retroterra storico-culturale, di come, attraverso la poesia, si possano ben descrivere le contraddizioni del vivere umano tra slancio vitale e morte incombente.

La silloge “Versi e segreti all’ombra di un viburno” mette nero su bianco, con una penna morbida ma dal tratto incisivo, il “male di vivere” odierno, tenta di raccontarlo attraverso le esperienze di una vita, prova a dargli voce, a delineargli una fisionomia, e questa sofferenza sarà pienamente compresa dai lettori, perché investe ogni ambito della nostra intimità con un tratteggio nudo e crudo di verità esistenziali che possono essere trattenute dentro di sé, magari, ma non più negate.

A tratti si apriranno spiragli di luce, brevi e repentini, come i lampi di un cielo tempestoso prima della pioggia, che saranno in grado di riportarci indietro, verso la luce, prima di cadere nel baratro delle tenebre:

“Ritorno e incontro Donna Speranza,

all’angolo di una via,

è tranquilla, seduta vicino a braci rossastre,

che sprizzano fiammelle calde come raggi di sole,

sorride, ha una sacca piena di sogni,

allunga verso le braci le mani livide e grinzose,

per il freddo che gioca e danza spavaldo

fra cespugli di rose, fatte d’amore e bacche dorate.”

SINOSSI

Pur nata in una famiglia della buona borghesia, la vita di Mariella Di Camillo è stata costellata di dolorose vicende che con coraggio è sempre riuscita a superare. Questo vissuto l’ha portata ad avvicinarsi agli ultimi, ai più deboli, ai diseredati, come i detenuti o le persone con problemi psichiatrici. L’eco di queste esperienze si avverte nelle sue poesie. Da ogni verso trapelano sensazioni forti; momenti di calma e di pace si alternano a violenti turbamenti. I temi dominanti della sua poetica: l’amore, la famiglia, il mare. Lo stile, malinconico e spesso tagliente, trasferisce al lettore le emozioni del suo mondo. Il linguaggio è diretto e il suo animo si svela al lettore senza segreti. Versi e segreti all’ombra di un viburno, pubblicata dalla Di Carlo edizioni, è la seconda raccolta di poesie che dà alle stampe.

BIOGRAFIA

Mariella Di Camillo attualmente abita a Roma, ma è vissuta per lunghi periodi in Francia, Spagna, New York e in alcuni paesi dell’America Latina. Ha conseguito la laurea in Pedagogia presso la Sapienza di Roma, successivamente le abilitazioni all’insegnamento di lettere, filosofia e sostegno. Ha seguito diversi master rivolti alle comunicazioni di massa. Fin da giovanissima ha lavorato per il cinema e per il teatro come aiuto di registi di chiara fama, come R. Deodato, P. Nelli, A. Bevilacqua. La sua prima esperienza è stata con  la nota regista messicana Berta Dominguez, moglie di Alexander Salkind, madre di Ilya Salkind, produttori di film importanti con la presenza di attori quali Marlon Brando. Berta ha potenziato le sue conoscenze pratiche  e ha aperto la sua mente a problemi sociali e politici. La poliedricità dei suoi studi e delle sue esperienze lavorative l’hanno portata a considerare lo spettacolo un mezzo utile per educare e rieducare, ha allestito laboratori teatrali nelle scuole e in istituti di detenzione. Da sempre si è espressa con la scrittura, ha pubblicato saggi sulla Guerra civile spagnola, sulla Spagna di Franco, un romanzo: “Casertamilanoroma”, un libro di racconti sociali: “Destini strappati”, due raccolte di poesie: “Versi di un animo senza misteri” e “Versi e segreti all’ombra di un viburno”.